Roma, 26 gennaio 2017
WELFARE, CONFAGRICOLTURA: “CON L’OSSERVATORIO NAZIONALE, CHE SI
È INSEDIATO OGGI, SI INCENTIVA LA CRESCITA DELL’AGRICOLTURA
SOCIALE”
L’agricoltura a dimensione etica: oltre tremila realtà rurali si occupano
di portatori di handicap, rifugiati, detenuti, minori in comunità, anziani
Si è insediato oggi l’ ‘Osservatorio nazionale sull’agricoltura sociale’ previsto dalla
legge 141/2015. “Lo attendevamo – sottolinea Confagricoltura, in qualità di
componente, che ha partecipato alla riunione di avvio -. Ha un ruolo importante nello
sviluppo in Italia dell’agricoltura sociale, in particolare per quanto riguarda: la stesura
dei decreti attuativi; l’attività di monitoraggio sulle iniziative e sugli effetti
dell’agricoltura sociale sul sistema Paese; la creazione di un marchio nazionale”. I
lavori sono partiti con grande entusiasmo, si procederà velocemente alla stesura dei
decreti attuativi; il prossimo appuntamento per confrontarsi sui temi di maggiore
rilevanza si terrà a fine febbraio.
Confagricoltura fa presente come l’Osservatorio voglia essere un luogo di
armonizzazione delle politiche in materia di agricoltura sociale grazie al fatto che vi
partecipano rappresentanti di istituzioni (ministeri di Politiche agricole, Lavoro, Salute
e Giustizia), regioni, reti nazionali di agricoltura sociale, organizzazioni agricole,
dell’ambiente, del terzo settore e della cooperazione. “Sarà importante lavorare in
stretta sinergia tra centro e territorio per recepire gli stimoli provenienti da tutte le
realtà nazionali e promuovere l’agricoltura sociale nelle sue diverse sfaccettature,
affinché vengano riconosciuti e valorizzati gli effetti benefici delle iniziative di welfare
innovativo”.
“Sono più di tremila le realtà impegnate in attività rurali per la collettività – conclude
Confagricoltura -. Si occupano, in campagna e contesti rurali, di assistenza, attività
terapeutiche, opportunità lavorative, integrazione sociale, didattica. Le esperienze
coinvolgono le cosiddette fasce deboli della società, dai portatori di handicap ai
rifugiati, dai minori in comunità agli anziani, fino ai detenuti. Queste aziende, senza
perdere la propria identità imprenditoriale ed economica, si confrontano con la
dimensione etica, concentrando la propria attenzione più sulle persone che sul
prodotto”.